TikTok sta costruendo un business basato sulla musica, senza pagare il giusto per la musica»
Le accuse di Universal Music Group contro la piattaforma alla vigilia della scadenza del precedente accordo sono contenute in una lettera inviata agli artisti
31/01/2024 di Enzo Boldi
Negli ultimi due anni, ci siamo più volte trovati a parlare degli accordi di licenza tra le etichette musicali (e similari) e le grandi piattaforme. Il caso Meta-SIAE, quello che portò alla rimozione temporanea di moltissimi brani su Instagram e Facebook, sembrava essere la punta dell’iceberg, ma non era così. Se quella questione è stata risolta con un accordo transitorio (che, tra le altre cose, scade proprio oggi dopo la proroga annunciata a ottobre 2023), oggi ci ritroviamo di fronte allo stesso paradigma. Questa volta è quello della Universal Music Group contro TikTok, con la piattaforma – nata proprio grazie alla musica per i “balletti” – accusata di aver voluto giocare sui compensi.
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«TikTok sta cercando di costruire un business basato sulla musica, senza pagare un giusto valore per la musica». Questo è il dito puntato da UMG nei confronti della piattaforma social amata dalle nuove generazioni. Perché negli ultimi mesi era stato aperto un tavolo di trattativa per rinnovare un accordo siglato nel febbraio del 2021. Ma non è stata trovata la quadra e da domani, 1° febbraio, l’intero catalogo dei brani della Universal Music Group (tra gli artisti troviamo Adele, Taylor Swift, U2, Coldplay e gli italiani Mahmood e Calcutta, tra i tanti) sparirà da TikTok. E in una lettera aperta inviata agli artisti dell’etichetta (che fa parte delle tre principali major, insieme a Warner e Sony) vengono spiegate le motivazioni di questo cessato (almeno per il momento) rapporto. E tra le richieste che non sarebbero – perché la piattaforma ha smentito questa narrazione – state accettate, ci sono:
«Un compenso adeguato per i nostri artisti e cantautori, la protezione degli artisti umani dagli effetti dannosi dell’intelligenza artificiale e della sicurezza online per gli utenti di TikTok».
Fattori oggetto di una trattativa che prosegue da settimane, ma senza arrivare a una soluzione prima della scadenza del precedente accordo. Dunque, i brani che si trovano sotto l’egida della UMG spariranno da TikTok domani.
Universal Music contro TikTok, la lettera agli artisti
Nel prosieguo della lettera, l’etichetta musicale ha sottolineato come l’attuale accordo – quello che scade oggi, 31 gennaio 2024 – con TikTok non tenga conto della crescita della piattaforma. Sia in termini di popolarità che per quel che riguarda le pubblicità:
«TikTok ha proposto di pagare i nostri artisti e cantautori a una tariffa che è una frazione della tariffa pagata dalle principali piattaforme social situate in modo simile. Oggi, a dimostrazione di quanto poco TikTok compensi artisti e cantautori, nonostante la sua base di utenti massiccia e in crescita, le entrate pubblicitarie in rapido aumento e la crescente dipendenza dai contenuti musicali, TikTok rappresenta solo circa l’1% delle nostre entrate totali».
Dunque, le entrate derivanti dalla concessione in licenza dei brani sarebbe pari solamente all’1% delle entrate annue di UMG. Un’inezia rispetto a quel che la stessa piattaforma riesce a fatturare ogni anno, anche grazie a un uso sempre più costante da parte di utenti di tutto il mondo.
Le accuse di intimidazione
E non c’è solo una questione di tipo economica. Nella lettera di Universal Music Group contro TikTok, viene spiegato agli artisti quello che sarebbe stato un altro comportamento scorretto da parte della piattaforma social:
«Mentre le nostre negoziazioni continuavano, TikTok ha tentato di costringerci ad accettare un accordo di valore inferiore a quello precedente, molto inferiore al giusto valore di mercato e non riflettente la loro crescita esponenziale. Come ha cercato di intimidirci? Rimuovendo selettivamente la musica di alcuni dei nostri artisti emergenti, mantenendo sulla piattaforma le nostre star globali che attirano il pubblico».
Dunque, stando alla versione dell’etichetta UMG, TikTok avrebbe penalizzato alcuni artisti emergenti rimuovendo i loro brani dalla piattaforma. Allo stesso tempo, avrebbe mantenuto i grandi e popolari nomi (Taylor Swift e Justin Bieber, per esempio) per attirare il grande pubblico. Insomma, rimozione di chi doveva crescere e mantenimento di chi è così popolare da attirare le masse al continuo utilizzo del social. E la lettera aperta agli artisti si conclude con un appello:
«Abbiamo la responsabilità primaria nei confronti dei nostri artisti di lottare per un nuovo accordo in base al quale siano adeguatamente compensati per il loro lavoro, su una piattaforma che rispetti la creatività umana, in un ambiente sicuro per tutti ed efficacemente moderato».
Ancora una volta, dunque, si parla di un equo compenso che le piattaforme dovrebbero riconoscere agli artisti. È stato così anche per lo sciopero di Hollywood che si è concluso – dopo un lunghissimo braccio di ferro – qualche settimana fa. E sarà così anche per quel che riguarda lo sviluppo di strumenti di intelligenza artificiale. Perché tutto ha un prezzo, ma deve essere quello giusto.
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