Come fa Biden a stare su TikTok se una sua legge lo vieta?

Il Presidente USA cerca di conquistare consensi elettorali sul social dei giovani, ma ci sono moltissimi problemi

17/02/2024 di Redazione Giornalettismo

Se è vero che “pecunia non olet”, figuriamoci i voti elettorali. E così accade che negli Stati Uniti, nonostante una lunga battaglia – anche legislativa e governativa – nei confronti di TikTok, anche il Presidente in carica e più accreditato candidato Democratico al voto del prossimo 5 novembre si sia deciso a compiere il passo e sbarcare sulla tanto contestata piattaforma. Il motivo è semplice: gli ultimi sondaggi hanno fatto emergere un sentiment negativo (o neutrale) dei giovani elettori nei confronti di Joe Biden. Questo non vuol dire che le nuove generazioni preferiscano in toto Trump, ma che da parte loro c’è indifferenza o aspra critica nei confronti dell’operato dell’attuale numero uno della Casa Bianca.

Biden su TikTok, ma una sua legge lo vieta

Questo arrivo sul social della Gen Z è piuttosto controverso. Il governo americano, proprio quello guidato dal Presidente Biden, da quasi un anno ha vietato l’installazione e l’utilizzo di TikTok sui dispositivi governativi. Questo vuol dire che i legislatori e gli staff al seguito non possono utilizzare l’app e la piattaforma sugli smartphone, tablet e pc usati per lavoro. Come fa, dunque, il team elettorale di Joe Biden a gestire un profilo che, come previsto dalla legge, non può essere utilizzato? E, soprattutto, che fine hanno fatto tutte le contestazioni – in termini di sicurezza nazionale – mosse dal governo americano nei confronti di ByteDance.

È il classico gioco della politica e la testimonianza che di fronte alle campagne elettorali si è disposti a vanificare mesi e mesi di battaglie. E mentre accade tutto ciò, TikTok ha annunciato nuove soluzioni per cercare di debellare la disinformazione e le ingerenze elettorali in vista delle elezioni Europee 2024. Il tutto mentre la piattaforma ha perso il ricorso presentato contro la designazione di gatekeeper da parte della Commissione UE. Dal 1° marzo, dunque, il social dovrà rispettare i paletti più stringenti del DMA.

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