CNews: la Fox News di Francia ostracizzata e minacciata di chiusura
In un mondo mediatico paludato e dominato dalla sinistra, scandalizza una tv che ospita le opinioni dei conservatori e devia dal politicamente corretto
di Marco Hugo Barsotti4 Giugno 2023, 5:56
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È lecito usare l’espressione “woke” in televisione? O affermare che “profughi ucraini non pongono alla Francia gli stessi problemi posti da alcuni di quelli africani”? È accettabile che nella patria della “liberté”, venga ritirata la licenza ad una tv in quanto di destra?
In un interessante servizio, la BBC racconta la storia del canale numero 16 francese, la tv CNews, di proprietà del “miliardario conservatore e praticante cattolico“ Vincent Bolloré, rete che da poco più di un anno si è trasformata in quella che viene chiamata la “Fox News di Francia”. Al punto che il ministro della cultura francese, la franco-libanese Rima Abdul-Malak, ne ha ipotizzato la chiusura forzata.
Quello che segue è il resoconto di BBC World trasmesso il 2 giugno 2023 durante la “Newshour”, servizio sul quale – da spettatori occasionali della rete – ci sentiamo di concordare in pieno.
La Fox News di Francia
Uno degli sviluppi più sorprendenti nel panorama mediatico europeo negli ultimi anni è stata la nascita e l’ascesa, in Francia, di CNews. Il canale sta vedendo una costante crescita degli ascolti, con una share media del 2,3 per cento. I critici lo paragonano alla rete televisiva americana Fox News, ma i sostenitori dicono che è un luogo in cui tutte le opinioni, anche quelle conservative, possono essere ascoltate.
La rete è sempre al centro delle polemiche, ricevendo regolarmente critiche per le opinioni espresse sull’immigrazione e sull’Islam in particolare. Il ministro della cultura ha addirittura suggerito che il canale (che gode della privilegiata posizione 16 nella LCN francese) dovrebbe perdere la sua licenza.
La programmazione tipo
Ecco una giornata tipica in un canale di notizie in chiaro molto atipico come CNews: una donna in diretta litiga molto animatamente con un ex redattore del giornale di sinistra Liberation. Stanno “discutendo” sulla decisione del Municipio di Parigi di ritirare il sostegno finanziario a SOS Mediterranee, una ong che soccorre i migranti nel Mar Mediterraneo e li porta nei porti europei.
Maxine Duchene è una affezionata telespettatrice. Le abbiamo chiesto cosa la motivi: “Ho sentito parlare di questo canale perché veniva vilipeso e ostracizzato. È stato questo che ha suscitato il mio interesse. Non sopportavo lo stile sterilizzato degli altri media”.
Ostracismo
Ostracismo è la parola chiave. Come, ad esempio, nello scambio tra un reporter di CNews e la nuova segretaria generale del sindacato CGT, Sophie Binet, durante una delle recenti manifestazioni contro l’aumento dell’età pensionabile deciso dal presidente Emmanuel Macron.
“Non voglio certo rispondere a CNews”, afferma la sindacalista. “Perché?” chiede il giornalista. “Non vado nei vostri programmi, parlerei solo a certi media. Io parlo con tutti i media che garantiscono la libertà di espressione e la pluralità dei punti di vista”.
Opinione non condivisa dal redattore capo di Valeurs Actuel, un settimanale conservatore – a detta di alcuni “di estrema destra”: “Il problema è che la rete ha un bilanciamento delle opinioni differente rispetto a quello cui siamo abituati nei media mainstream.
Pensiero unico di sinistra
In Francia, i media sono dominati culturalmente dalla sinistra, con il risultato che poche persone di destra sono invitate nei talk show politici. Ma CNews è completamente diversa: i conservatori sono numerosi, spesso anche una maggioranza, e spesso sono persone che non hanno vergogna di essere di destra, cosa completamente nuova per la televisione francese.
Il canale è dunque divenuto punto centrale nella guerra culturale francese, al punto di rendere popolari espressioni come “woke-ism”, “lobby Lgbtq” e “lobby gender”.
Il confine della legalità
Secondo molti la rete va a volte oltre il confine della legalità: come quando un suo commentatore ha affermato che “i profughi ucraini non pongono alla Francia gli stessi problemi posti da alcuni di quelli africani”. O quando è andata in onda l’affermazione che “i musulmani se ne f… (omissis) della Repubblica: non sanno neppure cosa sia il concetto stesso di Repubblica”.
Anche se va detto che in quest’ultimo caso il giornalista è stato licenziato dalla rete. Ma per il momento l’autorità di controllo francese, equivalente all’italiana Agcom, ha sentenziato che la rete “rispetta le regole, in quanto permette l’espressione di differenti punti di vista”. Il ministro della cultura dovrà trovare altre, più convincenti argomentazioni.
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