Cosa prevede il Data Governance Act dell’Ue per i dati sanitari e non solo

di Redazione Start Magazine Il 6 aprile il Parlamento europeo ha adottato il Data Governance Act (DGA) volto a stimolare la condivisione dei dati all’interno dell’Unione europea

Il 6 aprile il Parlamento europeo ha adottato il Data Governance Act (DGA), negoziato con il Consiglio nel novembre 2021, volto a stimolare la condivisione dei dati all’interno dell’Unione europea. Per diventare definitivo, il Consiglio deve adottarlo formalmente. Secondo le stime della Commissione europea, la quantità di dati generati da enti pubblici, imprese e cittadini sarà moltiplicata per cinque tra il 2018 e il 2025. Una vera miniera d’oro a condizione che siano riutilizzabili e condivisi. È per raggiungere questo obiettivo che le istituzioni di Bruxelles hanno proposto questo testo. La nozione di fiducia è al centro di questo testo, spiega la relatrice Angelika Niebler, europarlamentare del Ppe. GLI OBIETTIVI DEL DATA GOVERNANCE ACT Il secondo obiettivo è sfruttare appieno le potenzialità dei dati per lo sviluppo di sistemi di apprendimento automatico ed è quindi necessario agire ora se le aziende digitali europee vogliono avere un posto tra i migliori innovatori digitali del mondo. ISTITUITI SPAZI DI DATI EUROPEI Il testo dovrà istituire spazi di dati europei comuni in alcuni settori strategici, come la salute, l’ambiente, l’energia, l’agricoltura, la mobilità, la finanza, la produzione, la pubblica amministrazione e le competenze. Dovrebbero rendere i dati “trovabili, accessibili, interoperabili e riutilizzabili” garantendo nel contempo “un alto livello di sicurezza informatica”, si legge nel testo. GLI EFFETTI PER IL SETTORE SANITARIO Un primo quadro è in fase di elaborazione da parte della Commissione europea nel settore sanitario. Il progetto prevede che i cittadini europei possano avere libero accesso a un insieme minimo di dati sanitari primari (informazioni specificamente raccolte per studiare un particolare fenomeno), come quelli relativi ai vaccini, alle prescrizioni elettroniche, ai risultati dei test di laboratorio o ai rapporti di uscita dall’ospedale. L’ACCESSO AI DATI DA PARTE DEGLI ENTI PUBBLICI Parte del futuro regolamento riguarda le condizioni di accesso ai dati da parte degli enti pubblici. Dovranno quindi evitare di creare diritti esclusivi per il riutilizzo di determinati dati. Inoltre, gli accordi esclusivi dovranno essere limitati a un periodo di 12 mesi per i nuovi contratti e due anni e mezzo per i contratti esistenti. LO STATUS DI FORNITURE DI SERVIZI DI INTERMEDIAZIONE DATI Infine, il testo crea un nuovo status, quello di “fornitore di servizi di intermediazione dati”. Fornirà un ambiente sicuro in cui aziende o individui possono condividere dati. Per le aziende, questi servizi possono assumere la forma di piattaforme digitali che consentiranno la condivisione volontaria dei dati tra le aziende o faciliteranno il rispetto degli obblighi di condivisione dei dati stabiliti dalla legge. Con questi servizi, le aziende saranno in grado di condividere i loro dati senza timore che vengano utilizzati in modo improprio o rischiare di perdere il loro vantaggio competitivo. Dovranno essere registrati in un registro pubblico.

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