Regolamentazione Bitcoin e crypto: proteste contro le nuove norme dell’IRS che impongono obblighi stringenti ai broker DeFi

30 Dicembre 2024

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L’Internal Revenue Service (IRS) degli Stati Uniti ha recentemente emanato nuove regolamentazioni che impongono obblighi stringenti ai broker finanziari, includendo anche i front-end delle piattaforme Bitcoin e DeFi. Questa mossa ha scatenato proteste da parte della Blockchain Association, che sostiene che tali norme potrebbero avere un effetto negativo sullo sviluppo tecnologico del Paese.

Vediamo tutti i dettagli di seguito.

Summary

L’IRS degli Stati Uniti emana nuove norme per Bitcoin e crypto: le piattaforme DeFi sono considerati alla stregua dei broker finanziari

In data 16 dicembre 2024, L’IRS ha introdotto nuove regolamentazioni che estendono la definizione di broker finanziari alle piattaforme operanti nella finanza decentralizzata. La norma, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 294, implica ai broker di comunicare dettagliati dati sui clienti e sui loro proventi lordi.

In particolare, i front-end DeFi sono ora tenuti a raccogliere e segnalare informazioni identificative sui loro utenti, oltre a documentare tutte le transazioni e i guadagni ottenuti attraverso i loro servizi.

Ciò significa che quei servizi decentralizzati che fino ad ora si sono contraddistinti per il fattore della privacy, saranno obbligati a impiegare pratiche di riconoscimento KYC, stesse regole di rendicontazione delle transazioni finanziarie tradizionali. 

L’agenzia governativa ha chiarito che si sta parlando di regole che si applicano ai broker da oltre 40 anni, sostenendo che non ci sono pregiudizi di alcun tipo.

Inoltre, ha affermato che:

“Gli unici partecipanti alla DeFi che vengono trattati come broker […] sono i fornitori di servizi front-end di trading”.

Il documento non si applica direttamente a tutte le applicazioni di finanza decentralizzata (DeFi), garantendo il rispetto del principio della decentralizzazione come per Bitcoin.

Gli obblighi di segnalazione riguardano solo le piattaforme front-end che facilitano le transazioni che coinvolgono asset digitali per i clienti, come i DEX.

Non ci sono però deroghe in base al fatto che la piattaforma in questione operi tramite un’entità giuridica, o attraverso un codice open source.

Le nuove regole inizieranno ad applicarsi alle vendite di asset digitali a partire dal 2027. I broker dovranno iniziare a raccogliere e segnalare i dati necessari per le transazioni di asset digitali a partire dal 2026. Si stima che ci sono tra 650 e 875 broker, che saranno interessati da queste normative dell’IRS, oltre a 2,6 milioni di contribuenti.

Questo è visto come un passo verso la lotta all’evasione fiscale e il miglioramento della trasparenza nel settore Bitcoin e delle criptovalute.

La Blockchain Association protesta contro la regolamentazione dei broker dell’IRS

Le nuove norme dell’IRS in materia di broker sono state accolte con preoccupazione da parte della comunità Bitcoin e dagli esperti di privacy, che temono un impatto negativo sulla decentralizzazione e sull’innovazione tecnologica.

La Blockchain Association, un’organizzazione che rappresenta le principali aziende e progetti blockchain, ha espresso forte opposizione a riguardo.

L’associazione sostiene che queste norme sono troppo onerose e non tengono conto delle caratteristiche uniche delle piattaforme DeFi.

Inoltre, ritiene che l’obbligo di raccolta e segnalazione dei dati degli utenti sia una violazione della privacy e un freno verso l’espansione delle nuove tecnologie negli Stati Uniti. Secondo la Blockchain Association, le piattaforme DeFi operano in un contesto radicalmente diverso rispetto ai broker finanziari tradizionali. 

La natura decentralizzata di queste piattaforme rende difficile, se non impossibile, per i front-end raccogliere e segnalare le informazioni richieste. 

La regolamentazione potrebbe spingere gli sviluppatori e gli innovatori a spostare le loro attività fuori degli USA, danneggiando lo sviluppo del settore Bitcoin e crypto nel Paese. Kristin Smith, CEO della Blockchain Association ha affermato che la regolamentazione dell’IRS viola l’Administrative Procedure Act ed è incostituzionale.

Queste le sua parole di disapprovazione verso la stringente norma sui broker: 

“Siamo al fianco degli innovatori del nostro Paese e continueremo a lavorare per garantire che il futuro delle criptovalute e della DeFi sia qui negli Stati Uniti”.

The following statement is attributed to @BlockchainAssn CEO @KMSmithDC following the IRS' finalization of the broker rule today: pic.twitter.com/JvlaSVaT2t

— Blockchain Association (@BlockchainAssn) December 27, 2024

Dall’altra parte, il Dipartimento del Tesoro e l’IRS non concordano sul fatto che queste normative riflettano un pregiudizio nei confronti del settore DeFi.

Alcuni sviluppatori di codice, come Alex Pertsev di Tornado Cash, sono già stati sanzionati in passato per il modo in cui veniva utilizzato il loro software.

Ora però si rischia che i regolatori violino i diritti degli utenti DeFi ed impongano un controllo centralizzato sempre più vigoroso con il passare degli anni.

Questa norma potrebbe danneggiare lo sviluppo del settore crypto

Come accennato, le nuove norme dell’IRS potrebbero avere conseguenze negative significative non solo su Bitcoin, ma su tutto il settore delle criptovalute. Innanzitutto, potrebbero disincentivare l’uso delle piattaforme DeFi da parte degli utenti preoccupati per la privacy dei propri dati. 

La raccolta obbligatoria di informazioni personali potrebbe allontanare molti utenti, riducendo così l’adozione e l’uso delle tecnologie DeFi all’interno del Paese.

Le piattaforme decentralizzate potrebbero dover dedicare eccessive risorse alla conformità regolamentativa, limitando fortemente lo sviluppo tecnologico.

Gli sviluppatori e gli imprenditori potrebbero essere meno propensi a lanciare nuovi progetti negli Stati Uniti, preferendo giurisdizioni con regolamentazioni più favorevoli.

Questo potrebbe portare a una diminuzione della competitività delle aziende statunitensi nel panorama globale delle criptovalute, avvantaggiando i rivali del BRICS.

Da sottolineare, inoltre, l’introduzione di queste norme potrebbe creare un ambiente di incertezza regolamentare, dovuto dalla difficoltà di classificare i vari “broker DeFi”.

Non è escluso poi che la rigidità dell’IRS possa sfociare in un futuro ban verso le applicazioni front-end decentralizzate.

Hayden Adams, CEO di Uniswap Labs, ha espresso pubblicamente la propria disapprovazione verso l’obbligo di implementare un’interfaccia KYC.

Lo sviluppatore del principale DEX dell’industria crittografica, auspica che la norma venga respinta tramite il congressional review act.

Adams ha anche fatto riferimento alla difficoltà nel determinare se un utente che utilizza una Dapp Defi si trovi o meno negli Stati Uniti.

Questo potrebbe indurre i broker crypto che puntano alla compliance ad estendere il KYC sui clienti di tutto il mondo.

Ciò secondo l’esperto violerebbe i diritti di miliardi di persone di tutto il mondo di poter accedere alla DeFi secondo le proprie leggi.