Secondo indiscrezioni, l’azienda sta discutendo con l’Agenzia delle Entrate in merito al pagamento dell’Iva sui profitti derivanti dai dati personali. Il caso avrà conseguenze su altre Big Tech.
Pubblicato il 05 luglio 2023 da Redazione

Meta ha pagato al fisco italiano tutto quello che avrebbe dovuto pagare? La domanda è ancora sospesa, ma entro la fine dell’anno avremo una prima risposta, stando alle fonti confidenziali di Reuters. Nell’indagine avviata lo scorso febbraio dalla Guardia di Finanza e poi trasferita alla Procura di Milano, Meta sta dialogando con l’Agenzia delle Entrate per definire un “assessment iniziale”, una prima valutazione del caso.
Caso che è piuttosto controverso e che non coinvolge solo l’Italia. L’indagine milanese, infatti, è figlia di quella avviata dalla Procura europea. Meta non è accusata di false dichiarazioni fiscali bensì si contesta all’azienda il mancato pagamento dell’Iva sui profitti indirettamente legati ai dati personali degli utenti iscritti a Facebook, Instagram e Whatsapp. Su questi dati la società di Mark Zuckerberg costruisce le proprie attività di marketing e i servizi di pubblicità mirata offerti sulle piattaforme social.
In particolare, il mancato versamento Iva calcolato dalla Procura in Italia ammonterebbe a 870 milioni di euro. E se la somma di per sé non rappresenta un problema per un colosso come Meta (32 miliardi di dollari di ricavi nel 2022), dal punto di vista della legalità fiscale il caso è rilevante e potrebbe segnare un precedente, impattando anche altre Big Tech che vendono servizi basati sulla profilazione degli utenti. Aziende come Alphabet, Microsoft, Amazon e Twitter, per citare la punta dell’iceberg, potrebbero essere costrette a rivedere i propri termini contrattuali e il modo in cui utilizzano i dati degli utenti.
Meta aveva già espresso la propria posizione, dicendosi in “disaccordo con l’idea che l’accesso da parte degli utenti alle piattaforme online debba essere soggetto al pagamento dell’Iva”, ma anche pronta a collaborare con le autorità. E infatti, secondo una fonte “a diretta conoscenza dei fatti”, da quattro mesi e mezzo l’Agenzia delle Entrate e Meta stanno dialogando.
Questa fase di “assessment iniziale”, secondo la fonte, coinvolge personalità di alto rango dell’Agenzia delle Entrate, e si concluderà entro la fine dell’anno. Due gli esiti possibili: o l’accettazione, da parte di Meta, dell’intera somma da pagare, oppure l’avvio di un contenzioso tra le due parti.
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