Il mancato rinnovo dell'accordo tra le società ha fatto sparire i brani, protetti da Siae, dai social Meta, Facebook e Instagram. Viene così silenziata la stragrande maggioranza della musica italiana. Secondo Siae si tratta di una "decisione unilaterale" di Meta. Vediamo ragioni e reazioni
Laura DI CINTIOMarzo 18, 2023
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L’accordo di licenza tra Meta e Siae, Società Italiana Autori ed Editori, che consentiva di usare sui social la musica protetta da copyright, era scaduto il primo gennaio 2023, le due società non hanno però trovato un accordo sul rinnovo, ed è così sparita la musica dai social di Meta. Da Facebook i contenuti con la musica del catalogo Siae vengono eliminati, mentre su Instagram silenziati, con l’opzione di poter scegliere altri brani.
L’accaduto rappresenta un precedente unico. Meta ha accordi sul copyright con i titolari dei diritti musicali in oltre 150 Paesi nel mondo, come si è arrivati in Italia al mancato rinnovo? Una delle cause è la mancanza di informazioni, da parte di Meta, sul pubblico effettivamente raggiunto dai contenuti che sfruttano le opere, dato invece significativo per Siae perché la quota da pagare per lo sfruttamento dei diritti dipende anche dal bacino di utenza raggiunto.
Il precedente accordo prevedeva che Meta pagasse a Siae una quota forfettaria annuale per sfruttare i diritti musicali, senza però fornire i precisi dati di ascolto. In sede di rinnovo Siae voleva far valere la Direttiva Copyright, approvata dal Parlamento Europeo nel 2019 e recepita dall’Italia nel 2021, secondo la quale chi utilizza i diritti ha l’obbligo di fornire agli artisti, o ad intermediari come Siae, informazioni sullo sfruttamento delle opere. Inoltre, secondo Claudio Buja, presidente Universal Music Publishing Italia e consigliere di sorveglianza Siae “Al momento c’è una distanza enorme tra ciò che Siae chiede e ciò che Meta è disposta a dare, ma così come abbiamo stretto accordi con altre piattaforme, per esempio Tik Tok, auspico anche in questo caso una trattativa fatta all’insegna del fair play”.
“Viene chiesto di accettare una proposta unilaterale di Meta – ha dichiarato Siae – prescindendo da qualsiasi valutazione trasparente e condivisa dell’effettivo valore del repertorio. Tale posizione, unitamente al rifiuto da parte di Meta di condividere informazioni rilevanti ai fini di un accordo equo, è evidentemente in contrasto con i principi sanciti dalla Direttiva Copyright, per la quale gli autori e gli editori di tutta Europa si sono fortemente battuti”. E continua “Non accetteremo imposizioni da un soggetto che sfrutta la sua posizione di forza per ottenere risparmi a danno dell’industria creativa italiana”.
La preoccupazione per il mancato accordo e l’auspicio che si arrivi presto ad una soluzione, sono stati espressi da più parti nel mondo culturale e istituzionale italiano. Secondo Enzo Mazza, presidente Federazione Italiana Industria Musicale “La Direttiva Copyright ha stabilito regole molte precise per le licenze di musica on line e pertanto ci auguriamo che Siae e Meta trovino presto un accordo nell’interesse del crescente mercato musicale in Italia e degli aventi diritto”. Il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ha detto “I colossi transnazionali devono rispettare l’identità e la sovranità legislativa degli Stati, ma soprattutto il lavoro d’ingegno delle persone, che è una delle più alte espressioni della cultura di una nazione. Dobbiamo difendere le opere di ingegno degli autori italiani”. “La scelta di Meta è un danno enorme che preoccupa”, ha detto invece Alberto Barachini, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’informazione e all’editoria.
In questo nuovo scenario c’è inoltre parecchia confusione nella gestione del blocco imposto da Meta. Questo si sta ripercuotendo infatti anche su altre società che raccolgono i diritti d’autore in Italia – Siae non ne ha più il monopolio dal 2018 – come Soundreef, società italiana che gestisce i diritti di oltre 23mila autori italiani e 46mila nel mondo, che si è vista rimuovere dai social Meta brani dei propri artisti. “È evidente che l’esito della trattativa tra Siae e Meta – ha fatto sapere Soundreef – sta danneggiando tutte le società di collecting operanti, in Italia e non. Data l’eccezionale gravità di questo evento senza precedenti stiamo contattando entrambe le parti per capire come l’intera negoziazione sia stata condotta e lavorando per ripristinare sulle piattaforme Meta tutti i brani di cui amministriamo totalmente i diritti”.
“Continueremo ad impegnarci per raggiungere un accordo con Siae che soddisfi tutte le parti”, rimangono queste, per ora, le parole di Meta dopo il blocco dei brani.
La musica nei social – storie, reel e post – rende i contenuti di utenti e creator più performanti e soprattutto contribuisce a far conoscere le canzoni. Tutti gli artisti, emergenti e non, diffondono la loro musica e lanciano i loro brani in uscita sui social, attraverso i quali si fanno conoscere da un bacino di utenza enorme. Risulta evidente come il blocco possa avere conseguenze negative per tutta la musica degli artisti silenziati.
Sul fronte social network invece, del blocco se ne potrebbe avvantaggiare la cinese Tik Tok – piattaforma con oltre un miliardo di utenti – che ha un accordo in essere con Siae, e sulla quale punteranno prevedibilmente ancora di più gli artisti e i creator silenziati su Meta.